LOCALITA’ DI PARTENZA | Courmayeur |
QUOTA ATTACCO | 3400 |
QUOTA ARRIVO | 3792 |
ESPOSIZIONE | N |
TIPO DI ROCCIA | - |
PERIODO CONSIGLIATO | Fine primavera - Inizio estate |
RIFUGIO D’APPOGGIO | Rifugio Torino 3371 |
PRIMI SALITORI | Francesco Gonella con Alexis Berthod il 23 agosto 1886 |
DIFFICOLTA’ | D |
SVILUPPO DIFFICOLTA’ | 400 m |
TEMPO DI SALITA | 3/4 ore |
TEMPO DISCESA | 2 ore |
ATTREZZATURA e CHIODATURA | 2 corde da 60m; 6 viti da ghiaccio; 2 piccozze da piolet. Soste attrezzate nella goulotte |
VALUTAZIONE ITINERARIO | Bella salita tecnicamente impegnativa ma agevolata dalla vicina presenza del Rifugio Torino e dalla funivia. Potenzialmente molto pericolosa in presenza di altre cordate! Si consiglia pertanto, di affrontare la salita, se possibile tra i primi, o eventualmente non durante il fine settimana momento di maggior affollamento. |
ACCESSO e AVVICINAMENTO | Dal Rif.Torino oltrepassare il Col des Flambeaux quindi abbassarsi seguendo la traccia che porta al Grand Capucin e alla traversata del Glacier du Geant. Appena termina la parte più ripida dirigersi a Ovest verso la struttura della Tour Ronde (1h dal rifugio). La nord passa attraverso un caratteristico colatoio mediano, quasi sempre ghiacciato, ed è caratterizzata sopra e sotto da due ripidi scivoli di neve. |
RELAZIONE ITINERARIO | La salita si può suddividere in tre sezioni. Sezione 1: Scivolo di neve di circa 100m che supera la terminale. Pendenza max 50° Al suo termine ci si infila nel colatoio che a seconda delle condizioni viene affrontato con uno o due tiri di corda da 60m. Sezione 2: Goulotte di 60/100m. Sono presenti due soste una, su chiodi spostata decisamente a destra su terrazzino a metà del colatoio (se si fanno due tiri sarà la sosta intermedia; se si fa in un tiro solo la sosta risulta essere quella all'inizio del ghiaccio). Pendenza max 65° Sezione 3: Scivolo di neve di circa 150m. Pendenza max 55°. La fine delle difficoltà combacia con l'uscita del Couloir Gervasutti. A questo punto abbassarsi a sinistra (faccia a monte) e procedere fino alla cresta da cui sale la normale, raggiunta la quale in pochi metri si è in vetta. |
DISCESA | Per la via normale, seguendo integralmente, in caso di scarso innevamento, la cresta S-E: suggestiva e spettacolare. In questo caso, si completa in bella maniera una già di per sé bellissima salita. |
NOTE | Nel caso della nostra ripetizione le condizioni erano ottimali. Ciò ci ha permesso di affrontare un solo tiro di ghiaccio vivo. Usciti in cima, spettacolari panorami sul Monte Bianco e il ghiacciaio della Brenva. |
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI | François Damilano, Neige, glace et mixte Le topo du massif du Mont-Blanc: Tome 2, De l'Envers des Aiguilles au bassin de Tré-la-Tête, JMEditions, 2006 |
DATA RELAZIONE | Giugno 2018; Marco F, Mario, Antonio. |
RELAZIONE | Antonio |
In rosso dove si trova la goulotte.
Le tante cordate nella parte centrale
In vetta
La bella cresta integrale in discesa