Scuola di Alpinismo "Nino della Bosca"

Club Alpino Italiano - Sezione di Malnate

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Scuola di Alpinismo "Nino della Bosca" - C.A.I. -Sezione di Malnate - Relazioni Vie in Roccia - Lombardia

Val di Mello - Scoglio della Metamorfosi - Luna Nascente (VI obbl)

 

LOCALITA’ DI PARTENZA San Martino (SO)
QUOTA ATTACCO 1200 m
QUOTA ARRIVO 1500 m
ESPOSIZIONE S
TIPO DI ROCCIA granito
PERIODO CONSIGLIATO -
RIFUGIO D’APPOGGIO -
PRIMI SALITORI Antonio Boscacci, Mirella Ghezzi, Graziano Milani
DIFFICOLTA’ VI obbl
SVILUPPO DIFFICOLTA’ 350m
TEMPO DI SALITA -
TEMPO DISCESA -
ATTREZZATURA e CHIODATURA Necessarie 2 mezze corde, serie di nuts e serie di friends (anche grandi!), martello e chiodi non indispensabili, ma noi, che non li avevamo, li avremmo trovati utili almeno per la sosta del 6° tiro!
presenti pochi chiodi lungo la via, le soste sono attrezzate o con chiodi o con cordini (alcune da rinforzare!!!).

 

VALUTAZIONE ITINERARIO Molto bello, su roccia ottima.
ACCESSO e AVVICINAMENTO Avvicinamento: In località San Martino, Val Masino, si può lasciare l’auto nell’ampio parcheggio che si trova all’inizio del paese e proseguire a piedi (circa 20 min) oppure prendere il ticket obbligatorio e proseguire in Val di Mello sino a parcheggiare in un ampio parcheggio sterrato dove termina la strada. Da qui si imbocca il sentiero, ampio e pianeggiante, che attraversa la Val di Mello, costeggiando il torrente, sino al "Bidè della Contessa" (una pozza d'acqua che si trova in corrispondenza di un grande masso) dove si imbocca un sentiero sulla sinistra, abbastanza ripido, che porta sino a una cascata. Qui si prosegue attraversando il torrente dirigendosi nel bosco di faggi situato sopra la "Dimore degli Dei". Il sentiero attraversa il bosco e conduce alla base dello "Scoglio della Metamorfosi". L'attacco della via, alla destra di una grotta, è circa in corrispondenza di una pianta (h 1,10).
RELAZIONE ITINERARIO 1° tiro: Appena a destra della grotta, vicino all’albero, ci si sposta a destra e poi in alto di pochi passi sino a prendere una stretta piccola fessura obliqua dove è presente un vecchio chiodo e poco sopra un nut incastrato. Il passaggio, anche se breve, è faticoso e strapiombante. Dopo averlo superato, pochissimi metri lungo un facile camino permettono di raggiungere la sosta, allestita su uno spuntone con alcuni cordini. (20 m., VI°+ e A1, , 1 chiodo, 1 nut incastrato).

2° tiro: Dalla sosta portarsi avanti a sinistra su una comoda cengetta, sino a raggiungere lo stretto e un po’ scomodo camino formato da una grossa lama verticale. Da qui ci si deve spostare a destra, non salire verticalmente, per pochi metri fino a raggiungere un tetto sotto il quale si nota una bella fessura. La fessura è buona e presenta alcuni chiodi nel primo tratto, anche abbastanza vicini, nessuno nel secondo, dove questa appare più larga, ma comunque proteggibile. Seguendo questa fessura si deve traversare nettamente a destra fino al termine del tetto, poi ci si sposta in verticale per pochissimi metri e si raggiunge così la sosta, molto scomoda, verticale -da evitare il sovraffollamento-, su chiodi. (20 m. VI° e A0).

3° tiro: si sale verticalmente, seguendo la fessura sino al suo termine, poi si traversare verso destra sino alla sosta che è situata su un terrazzino vicino allo spigolo della parete. (40 m, V°+, IV°+).

4° tiro: Si sale inizialmente in verticale, poi si segue la fessura e ci si sposta verso destra superando da questo lato un piccolo strapiombo e si guadagna così la sosta. (40 m., V°+, VI°).

5° tiro: Si segue ancora la fessura, poi si traversa a destra passando sotto uno strapiombo ed infine si riprende a salire in verticale sino alla sosta. (40 m., V°+, VI°-).

6° tiro: Si segue la fessura, che al suo termine diventa abbastanza larga, sino ad arrivare ad un punto in cui è possibile traversare a sinistra, con un passo un po’ lungo, raggiungendo un bello spuntone con numerosi cordini (noi, visto che c’era un po’ di affollamento, ci siamo fermati in sosta qui). Poi ci si deve calare per circa un 3 metri, sino ad arrivare ad appoggiare i piedi su un gradinetto, giunti al quale si traversa per pochi metri a sinistra, aggirando così un’ampia lama di roccia staccata. A questo punto si può risalire l'ampia lama (difficilmente proteggibile – noi abbiamo usato unicamente un cordino su uno spuntone, tra l’altro un po’ precario, a pochissimi metri dalla sosta e null’altro). La sosta l’abbiamo trovata in pessime condizioni, due chiodi, uno dei quali non infisso nella roccia ma penzolante nel cordino e sostenuto dall’altro chiodo, che, sebbene fosse incastrato nella roccia, era estremamente mobile e facilmente sfilabile, ovviamente l’abbiamo rinforzata! (45 m., VI°, V°+, V°).

7° tiro: Seguire la fessura che si fa via via più sottile, sino a raggiungere la sosta. (50 m., IV°+, V°).

8° tiro: Da qui traversare decisamente a sinistra lungo una evidente asperità della parete, ottima per i piedi, su una placca oramai molto inclinata. A circa metà è possibile proteggersi (chiodo) fino a raggiungere una fessura obliqua che si porta verso l’alto e leggermente a destra. La sosta è su un unico chiodo con fettuccia. (40 m III, IV).

9° tiro: Risalire la fessura fino dove si interrompe e poi proseguire per la placca non troppo difficile ma delicata non proteggibile in alcun modo, puntando decisamente a sinistra verso gli alberi. (60 m V)
DISCESA Inizialmente si deve seguire la traccia di sentiero che si snoda in salita. Poi, ad un certo punto, il sentiero scende repentinamente verso destra, divenendo abbastanza ripido. In alcuni punti, anche abbastanza esposti, si devono attraversare roccette e rivoli d’acqua. Si giunge ben presto all’attacco della via e da qui, seguendo la via percorsa in precedenza in salita, alla macchina.

 

NOTE  
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI M. Sertori, G. Lisignoli, Solo Granito, Edizioni Versante Sud, 2007. 
DATA RELAZIONE 24.9.11 Marco Fumagalli, Francesca Castelli e Francesco Gastaldi.
RELAZIONE Francesca Castelli

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